Israele, dove scorrono latte e miele
Last Updated on 3 Marzo 2020 by Simona Viaggia Come Il Vento
Non so se sia la nostra irrefrenabile voglia di viaggiare e, soprattutto, di scoprire a mantenere costante dentro noi blogger e viaggiatori il desiderio di partire, ma con l’arrivo di gennaio siamo con le nostre guide in mano e le nostre letture a sognare e programmare le nostre prossime mete.
Io e la mia metà, che si accoda con entusiasmo, non siamo da meno. Siamo tornati da appena un mese dal nostro viaggio tra Budapest e Vienna e vorremmo già ripartire. I viaggi in Europa sono sempre lì pronti ad essere consumati senza grandi programmi, complici offerte inaspettate dei voli, ma sono quelli più complessi ad essere agognati.
Mentre la mia testa continua a sognare il Vietnam o, perché no, la Malesia per incontrare nuovi amici (ma quante belle conoscenze ci fanno fare i viaggi?) ecco che la mia metà la settimana scorsa mi butta lì la sua richiesta.
Mi riporti in Israele?
Ora, come già avevo scritto negli articoli sulle nostre avventure in giro per Israele, avevamo in programma di tornarci, ma onestamente non credevo così in fretta. Soprattutto non in questo momento storico. Ed invece sono qui con una mappa, la Lonely Planet e una miriade di informazioni raccolte sul web per pensare all’itinerario ed al periodo in cui andare.
Partiamo però dalle informazioni pratiche per rendere il vostro viaggio in questa terra senza pensieri.
Passaporto e dintorni
Ho letto tante sciocchezze sui timbri sul passaporto e su chi può entrare e chi no. Israele non preclude l’entrata a chi abbia sul proprio passaporto visti di Paesi musulmani, inoltre, per ovviare al problema del timbro che potrebbe causare problemi di ingresso in altri Stati, da alcuni anni al controllo passaporti degli aeroporti israeliani vengono emessi dei lasciapassare elettronici di entrata e di uscita da conservare per tutta la durata del viaggio.
Assicurazione
Penso che partire in tutta sicurezza sia essenziale per garantirci serenità in viaggio e non mi sognerei mai di partire per Israele senza un’assicurazione. Spesso pensiamo alla assicurazione di viaggio come qualcosa di inutile, come una spesa extra di cui poter fare a meno ma non è così. È un investimento sul nostro stesso viaggio.
Perché rovinarci la vacanza per una valigia smarrita o arrivata in ritardo, per un furto o per esempio per una brutta ustione dopo una giornata nel deserto? Per di più oggi abbiamo a disposizione diverse tipologie assicurative con estensioni varie.
Possiamo estendere la nostra assicurazione persino alle attività sportive che conteremo di praticare in viaggio, che siano safari nel deserto o immersioni. Insomma possiamo costruire la nostra assicurazione in base alle nostre esigenze!
Trasporti
Durante i nostri viaggi in Israele abbiamo utilizzato i più disparati mezzi di trasporto: sherut, autobus, treno e anche i taxi. Gli sherut, mini van da 8-10 posti che portano direttamente al proprio alloggio a prezzi decisamente più abbordabili rispetto ad un normale taxi, partono dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv tanto per Haifa che per Gerusalemme.
Capitolo taxi. Mai come a Gerusalemme il taxi può rivelarsi il mezzo più comodo per spostarsi nelle zone limitrofe effettuando escursioni giornaliere. Questo ovviamente se non avete intenzione di prendere una macchina a nolo. Non troverete un solo tassista che non vi chiederà se siete stati già a Betlemme, sul Mar Morto o a Masada non appena metterete piede sul suo veicolo.
Per noi è stata un’ottima soluzione che ci ha permesso di visitare diversi luoghi prendendoci i nostri tempi senza dover ricorrere ai tour organizzati.
Un consiglio: prendete sempre il bigliettino da visita (tutti li hanno) del tassista nel caso vi interessi la sua proposta ma non lasciategli il vostro numero. In caso contrario sarete subissati da continue telefonate del suddetto desideroso di sapere se avete deciso per una escursione con lui.
Aeroporto
Se avete letto dei famigerati controlli israeliani in aeroporto, ebbene sì, tutto corrisponde al vero. L’ingresso procede senza grandi problemi agli sportelli, dove vengono emessi i lasciapassare senza alcuna domanda. È quando lasciate Israele che i controlli sono davvero seri. D’altra parte l’intento è quello di non far salire sugli aerei malintenzionati e questo, come passeggero, credo sia più che apprezzabile.
Non è esagerato dire che è bene presentarsi in aeroporto 3 ore prima del proprio volo. Ancora prima di accedere ai desk della vostra compagnia aerea sarete sottoposti ad un colloquio in cui potranno chiedervi davvero di tutto. Non prendete la cosa con leggerezza, né mostrate indignazione o impertinenza per le domande che vi porranno.
Ci hanno fatto domande assurde, persino sulla nostra vita di coppia, domande a cui, in un contesto diverso, risponderei con un “non sono affari che La riguardano!” e ce ne hanno fatte anche al nostro secondo viaggio quando, forti dell’etichetta gialla iniziante per 2 (al termine del colloquio appongono sul retro del passaporto una etichetta riportante un codice numerico il cui primo numero va da 1 a 6. I cittadini israeliani ricevono il numero 1, tutti gli altri invece numeri crescenti in base al livello di affidabilità) posta sul nostro passaporto nel viaggio precedente ritenevamo di essere considerati dei turisti assolutamente affidabili.
Al termine del colloquio potete procedere al desk della vostra compagnia tanto per la carta di imbarco che per lasciare il vostro bagaglio che non deve essere chiuso con il lucchetto.
L’ultimo controllo in aeroporto prevede la scannerizzazione del codice presente sul passaporto.
Ma cosa ci aspetta per il prossimo viaggio?
Itinierario
Per la terza volta il passaggio da Gerusalemme è una tappa obbligata. Posso ufficialmente dire che nemmeno una settimana sarebbe sufficiente per scoprire questa città.
Come ho detto in varie occasioni, Gerusalemme dopo due viaggi resta ancora ricca di misteri e di luoghi da scoprire. Esserci trovati entrambe le volte nei giorni dello Shabbat o negli orari sbagliati ci ha impedito di accedere alla Spianata delle Moschee. Questa volta non ci faremo cogliere impreparati. E’ nostro desiderio poi tornare alla Cittadella della Torre di David, questa volta di sera, per assistere allo show di suoni e di luci che vede le mura di questo luogo trasformarsi nello scenario in cui viene ripercorsa la storia di Gerusalemme.
Uno dei luoghi che più abbiamo inseguito ma a cui abbiamo dovuto rinunciare per mancanza di tempo ci aspetta nel canyon roccioso di Wadi Qelt nel deserto di Giuda tra Gerusalemme e Gerico. Qui, scavato nella roccia e quasi aggrappato lungo il costone su ben tre livelli, si trova il monastero greco ortodosso di San Giorgio in Koziba fondato da alcuni monaci eremiti nel 420 D.C
Poi direzione sud, verso il cuore di questa terra: il deserto del Negev, la grande distesa di sabbia, pietra e rocce dalle forme più assurde scolpite nei secoli dai fenomeni erosivi. Tappa presso il Makhtesh Ramon che, con il suo diametro di 40 km, è il più grande cratere del mondo formatosi a seguito del ritiro dell’acqua. Tra le sue colline arenarie multicolore hanno trovato casa asini selvatici, gazzelle e stambecchi della Nubia e dai suoi punti panoramici la veduta lascia letteralmente senza fiato. Qui credo ci si senta davvero ai confini del mondo.
Ma l’esperienza del deserto del Negev non potrebbe essere tale senza aver conosciuto più da vicino la cultura delle tribù beduine, native proprio di quest’area. Sebbene molte siano diventati stanziali, alcune vivono ancora nel deserto offrendo la possibilità ai viaggiatori di entrare in contatto con la loro proverbiale ospitalità. Non vi nascondo che mi piacerebbe provare l’esperienza del pernottamento in una tenda beduina con relativa cena.
Inoltre, sperando di riuscire a far collimare i giorni, essere a Be’er Sheva di giovedì ci permetterebbe di visitare il mercato beduino settimanale che, pensate, ha luogo da oltre un secolo.
Secondo la tradizione biblica questa città, una delle più vecchie del Paese, fu fondata da Abramo.
L’ultima tappa di questo viaggio alla scoperta del grande deserto israeliano, andando ancora più a sud, è l’incredibile Parco Timna con le sue sculture naturali forgiate dagli agenti climatici, gli animali selvatici e la vista sulle montagne di Eilat.
Eilat è un’ottima base di partenza per andare non solo alla scoperta di Timna ma per inoltrarsi nel famoso Canyon Rosso dove, da quanto leggo, non mancano certo i momenti adrenalici visto che lo spazio risulta essere talmente ridotto da richiedere arrampicate tramite maniglie di ferro e scale di corda. Riuscirà Simona, famosa per la sua scarsa agilità, a superare gli ostacoli? Ai posteri l’ardua sentenza!
Articolo in collaborazione con Intermundial
Che bel programma Simo, un sacco di consigli su come affrontare un viaggio in Israele dove ancora non sono stata!
Gennaio per me è un mese difficile da affrontare, l’uniCa cosa che mi salva sono come sempre i miei amati viaggi!!!
Grazie Simona. E’ vero! sarà per il fatto che, dopo le lunghe vacanze natalizie, ci è difficile ritornare alla vita normale, ma gennaio è davvero un mese arduo da superare!
Siamo quasi costrette a consolarci pensando ai nostri viaggi, no? 🙂
Direi più che arduo! 🙂 e leggendo il tuo commento, stando al periodo, direi che hai perfettamente ragione! Ah i viaggi! Salvezza dell’anima!
Niente di più vero! Salvezza per l’anima?
Si, cos’ì amo definire i viaggi. Almeno così sono per me…
Già solo dal titolo, ho capito che l’articolo mi sarebbe piaciuto! E non sono rimasta delusa! La tua dolce metà non ha tutti i torti a voler ritornare in una terra …per la quale un solo viaggio effettivamente non basta! io ci sono stata da ragazzina, con famiglia e cugini, ed è stato spassosissimo, però mi piacerebbe davvero tornarci, ora, con maggiore consapevolezza.
Devo dire che all’inizio mi ha lasciato perplessa l’idea di tornare così presto, poi però leggendo del Negev e di tutto ciò che offre l’idea mi ha entusiasmata! Pensavo di associare il viaggio con Petra ma ho capito che ho tanto da vedere e non voglio rischiare di perdermi qualcosa. Per la Giordania ci sarà tempo!
Sarei curiosa di sapere della tua esperienza da ragazzina!
Sul “mi porti in Israele” mi sono girata e ho guardato Orso malissimo. Ma malissimo proprio! Forse un giorno glielo spiegherò ma per stasera rimarrà con l’interrogativo del perché abbia ricevuto un’occhiataccia fulminante e inceneritrice 😀 Da brividi di piacere questo itinerario, quel canyon è magico! *_* E poi la storia che permea questa parte di mondo è quasi capace di mettere in ombra destinazioni più blasonate 😉
Quindi l’etichetta gialla con il n.2 sul passaporto fa curriculum! 😀 😀 😀 Ci fossero dappertutto i controlli così!
Mai senza assicurazione! 😉
Ma povero orso!!!😂😂😂
Un itinerario a cui spero si possano aggiungere delle altre tappe. Più leggo a riguardo e più mi entusiasmo.
Purtroppo devo rinnovare il passaporto e porcapaletta addio adesivo di affidabilità ☺️☺️☺️
Comunque sul serio mette un po’ di ansia il colloquio 😰😰
Assolutamente mai partire senza assicurazione! 😉
Grazie per aver letto cara e per esserci sempre!
Sei una vera specialist dei viaggi in Israele, Simo!
Gerusalemme dev’essere speciale, per tutto quello che hai già scritto in passato e per l’amore con cui ne parli ogni volta. Chissà che prima o poi non troveremo il coraggio di partire anche noi alla volta di queste mete leggendarie…il Canyon Rosso come ti ho già anticipato, mi ricorda tantissimo l’Antelope, una delle esperienze più incredibili che abbiamo mai vissuto! Sono super sicuro che saprai superare ogni ostacolo, proprio come il vento! 😉
Grazie mille ragazzi! Una volta mi dicevo che non volevo tornare nelle nazioni in cui ero già stata ma ora mi accorgo che il viaggio ha un altro sapore quando riesci a conoscere più a fondo un luogo!
Un mio amico è stato per la prima volta in Israele a Natale e ha avuto le mie stesse sensazioni in merito alla sicurezza, ma capisco che sono mete che ti lasciano un po’ pensieroso. Visto che al momento gli USA sono ancora lontani per me mi accontenterò del Canyon Rosso 🙂
Magari mi allenerò un po’ prima 😉
I viaggi sono così. Abbiamo visto posti stupendi negli anni a cui semmai nemmeno avevamo pensato prima e sono viaggi nati “per caso” come dici tu. Questo in Israele è un viaggio che mi piacerebbe fare! Sono posti così affascinanti, pieni di cose da vedere e di storia.
Sì devo dire che mai come in Israele mi sono sentita catapultata indietro di millenni. Tra storia e spiritualità si rimane affascinati!
Dopo i controlli australiani alla”Airport Security” ci sentiamo pronti anche per gli interrogatori istraeliani! e speriamo che non passi troppo tempo perchè già sognamo di trovare il nostro tassista del cuore che ci porti all’esplorazione delle perle più nascoste! Un grande abbraccio Simo!😉
E’ vero. Dimenticavo Airpot Security 😀
Oh che bello che vi siete ricordati del fantastico tassista Sami!!
Un super abbraccio ragazzi!
Sei come mio papà! 😀 E’ andato in viaggio in Israele pochi mesi fa e di certo ci fosse la possibilità partirebbe di nuovo, immediatamente! Adora questi posti e la storia che c’è dietro.
Oltre a questo, vedo però anche dei paesaggi incredibili! Per esempio il monastero di S. Giorgio mi ha colpito molto, per la posizione in cui è ubicato.
Sono convinto che in futuro anche io andrò in Israele. Ora come ora non ho un grande interesse, ma sicuramente è già segnato in lista.
😀😀😀 Io la prima volta non ero particolarmente entusiasta di andarci e poi ne sono stata conquistata. Sarà forse per i suoi molteplici animi. Sì, la posizione del monastero è davvero particolare e non vedo l’ora di andarci!!
Saluti al tuo papà 😉😉
Una cosa è certa: quando andremo in Israele, saprò a chi chiedere consigli (preparati!). Il Canyon rosso è spettacolare e sì, se io e manager siamo riusciti a scalare Sigiriya in Sri Lanka, tu riuscirai senz’altro in questa impresa.
Sarò più che lieta di darti qualche dritta Erica!! E spero di farcela nel canyon perché sono l’impedimento fatto persona 😂😂😂😂