Malatya, il lato dolce della Turchia
Last Updated on 22 Marzo 2022 by Simona Viaggia Come Il Vento
È mattina presto quando ci mettiamo in viaggio per raggiungere Malatya. Una leggera foschia avvolge la campagna con i suoi anneriti alberi solitari, sullo sfondo le cime delle montagne attorno a Kahramanmaraş ancora imbiancate.
Ancora un mese e la neve si scioglierà andando ad ingrossare i ruscelli che scendono a valle. La primavera qui non si fa attendere troppo e alle prime fioriture il mio amico Oğuz non mancherà di mandarmi le foto dei suoi mandorli in fiore.
La strada davanti a noi è lunga. Ci aspettano quasi 3 ore di viaggio in macchina. L’idea di un tragitto così lungo da fare in giornata non mi fa impazzire ma sono stata già 6 anni prima a Malatya e ricordo benissimo la bellezza del panorama.
Allora era primavera. Tutto era di un verde lussureggiante e i ruscelli rigonfi d’acqua. Insomma conto che la vista mi renda il viaggio sopportabile.
La strada per un tratto corre parallelamente alla linea ferroviaria ma di treni nemmeno l’ombra all’orizzonte. D’altra parte qui a sud la linea ferroviaria è desolante tanto che aereo e autobus finiscono per essere i mezzi più comuni per gli spostamenti.
Attraversiamo la prima città. Di qui fino a Malatya ne incontreremo al massimo altre due. La strada che stiamo percorrendo ci passa in mezzo. Nulla di idilliaco per la vista. Palazzine di pochi piani, grigie, incomplete. Locali spartani in cui consumare il çay. Delle donne sedute in circolo per terra intente a mangiare qualcosa.
Per quanto negli ultimi anni la Turchia sia diventata una meta molto amata, dal punto di vista turistico va ancora a due velocità. Non che queste e altre zone al di fuori dei circuiti turistici non abbiano da offrire, anzi. Dal punto di vista archeologico hanno tesori inestimabili, solo che non conoscono che turismo sparuto.
Però qui trovate la Turchia genuina con la sua generosa e ospitale popolazione. Quella che pur non capendo un’acca di quello che stai dicendo cerca in tutti i modi di aiutarti, quella che ti offre una tazza di çay perché ti vede per strada infreddolita. La Turchia semplice. Adoro la seducente bellezza di Istanbul e tornarci è sempre un piacere. Buon cibo, vivacità e modernità. Però so che quello non è che uno dei tanti volti della Turchia.
Il nostro viaggio continua lungo la strada che corre parallelamente alla catena montuosa del Tauro, più precisamente il Tauro Orientale. La terra lungo il costone si tinge di un insolito verdone ed è disegnata da striature verticali. Pini, cedri e ginepri si aggrappano lungo le salite assumendo a volte le forme più strane. Le cime in lontananza sono spruzzate di neve. Ho lasciato una città il cui skyline è segnato da ciminiere fumanti ed ora mi trovo ad ammirare stupita un paesaggio che quasi mi sembra estraneo alla Turchia che conosco.
Gli ultimi 100 km che ci separano da Malatya sono quelli che letteralmente mi lasciano senza parole. Sembra una frase banale da scrivere ma è davvero così. Non sono solo le cime ad essere imbiancate. L’intera catena montuosa è ricoperta di candida neve. Dal ciglio della strada fino a salire su è tutto una distesa bianca, lucida, immacolata. Un paesaggio del tutto nuovo. Tra le doline fanno capolino dei laghi in cui si specchiano le montagne. Mi sembra di essere in Scandinavia.
Proprio mentre mi trovo a dire ai miei compagni di viaggio che è strano non vedere nessuno a fare foto tra la neve ecco comparire una coppia turca intenta a farsi selfie. Saranno gli unici che incontreremo. Mi rendo conto che qui a mille metri non deve essere uno spettacolo insolito.
https://www.viaggiacomeilvento.com/wp-content/uploads/2019/02/img_6534.movEntriamo finalmente a Malatya dopo un controllo documenti ad un posto di blocco. Ci accoglie una statua davvero poco ordinaria (non l’unica in Turchia a dir la verità): un’albicocca gigante. E sì perché dovete sapere che l’economia di questa città ruota intorno alle albicocche. Nella sua area si concentra l’80% della produzione mondiale tanto che il simbolo della municipalità è proprio questo dolce frutto che in turco si chiama Kayisi
Ci buttiamo con la macchina in una stradina alla ricerca del mercato coperto. Forse siamo anche in controsenso, non lo sapremo mai. C’è un gran caos, colori, profumi. Nulla di nuovo per la Turchia. Lasciamo l’auto e dopo nemmeno 100 metri a piedi siamo già al mercato. Decisamente più piccolo di quello di Kahramanmaraş ma con gli stessi colori delle spezie, il mercato di Malatya è famoso per le sue botteghe artigiane dove viene lavorato il rame. Inoltrandovi nei corridoi dove sono al lavoro gli artigiani sentirete solo il rumore dei martelli accompagnati dalle scintille delle saldatrici.
Ma tra i colori di cui si tingono le bancarelle quello predominante è l’arancio delle albicocche secche. E qui comincia il più dolce dei tour perché non c’è negozietto o bancarella in cui non ci offrano albicocche zuccherine o altra frutta essiccata al sole. Mele, gelsi, prugne e naturalmente pistacchi e nocciole. Non scherzo se dico che un chiletto l’avrò messo in questo giro. Non sono un’amante della frutta ma la dolcezza di questi frutti è davvero tentatrice.
É in uno di questi negozi all’interno del mercato che avviene una di quelle cose così tipicamente turche e che mi ricordano un po’ il nostro sud Italia. Il proprietario dopo averci fatto assaggiare di tutto e di più ci dice che dobbiamo assolutamente visitare l’azienda del cugino. In pochi minuti siamo lì.
Già all’ingresso ci accoglie una distesa di frutti arancioni. Mi sento come Alice nel Paese delle meravigliose albicocche. Resteremo qui per circa un’oretta durante la quale continuerà la mia faticosa attività di testatrice di kayisi. Vi svelo un segreto. Quelle color arancio, le più invitanti, sono le albicocche fatte asciugare nei forni. Le più buone sono quelle di colore scuro che invece vengo fatte essiccare all’aperto e sotto il sole.
Un paio di incontri di lavoro ed un pranzo veloce a base di dolma e köfte e siamo pronti a lasciare Malatya. Percorrendo le strade della città non mi sembra sia cambiato molto dalla mia visita di qualche anno prima. Il bazaar continua ad essere caotico, le strade trafficate ed i palazzi non particolarmente attraenti. Perchè mai un turista dovrebbe arrivare fino qui pur amando le albicocche?
I siti archeologici
Perché Malatya e la sua piana custodiscono tesori naturali e siti archeologici tra i più affascinanti della Turchia. Siamo a 20 km dall’Eufrate, siamo in Mesopotamia. Fa decisamente un certo effetto trovarsi in luoghi che tutti noi abbiamo studiato a scuola. Qui si vive la storia.
Pensate alla Levent Vadisi, una valle considerata il Grand Canyon dell’Anatolia. 28 km tra grotte, strapiombi, rovine del neolitico e formazioni geologiche risalenti a 65 milioni di anni fa che richiamano alla mente volti di persone ed uccelli. Da punto di osservazione in vetro e acciaio posto su una roccia a 240 metri di altezza si può avere una visuale a 360 gradi su tutta la valle. Insomma, i paesaggi mozzafiato e le emozioni sono garantite.
A soli 7 km da Malatya si trova il sito di Arslantepe, noto anche come la Collina dei Leoni. Questo parco archeologico all’aria aperta è il risultato del sovrapporsi di successivi abitati. La visita non può che rendere orgogliosi noi italiani. Dal 1961 è attiva la Missione Archeologica Italiana in Anatolia Orientale che ha contribuito notevolmente non solo a portare alla luce cospicui resti di epoca ittita ma anche a ricostruire la nascita delle prime civiltà urbane e dei primi sistemi di potere centrale.
Imperdibile anche se a 3 ore circa di macchina, la visita alla tomba ed al tempio di Antioco I di Commagene sul Monte Nemrut con le sue cinque gigantesche statue di pietra raffiguranti delle divinità, affiancate da animali guardiano delle stesse dimensioni. La visita di questo sito, dichiarato patrimonio Unesco, è particolarmente suggestiva all’alba ed al tramonto.
Sulla strada per Kahramanmaraş ci fermiamo ad un distributore Opet*. Non compriamo nulla né facciamo benzina eppure i gestori, vedendoci infreddoliti (ci sono 3 gradi circa), ci offrono un bicchiere di çay.
Sono questi piccoli gesti che mi fanno amare la Turchia.
*Santo distributore Opet! Amiche lettrici segnatevi questo nome (o i colori: blu e giallo). In queste zone della Turchia per noi donne non ci sono che bagni alla turca (ad eccezione ovviamente degli hotel). Bagni che dopo 11 anni di viaggi in questa terra rifiuto ancora. Lo so, mi manca lo spirito di adattamento di una vera viaggiatrice. Be, nei distributori Opet non solo troverete i tanto agognati standard WC ma anche apertura elettronica porte e copri sedile monouso elettronici. Evviva 🙂
È davvero la Turchia che non ti aspetti! Già mi sono sciolta vedendo quelle montagne innevate ma le foto del mercato con tutti quei colori e quei profumi (a proposito hai fatto scorta di albicocche vero?) non hanno fatto altro che incuriosirmi di più. Di tutti i post di cui ho letto sulla Turchia, questo è il primo su questa zona e la inserirei senz’altro in un ipotetico itinerario!
Per quanto ami Istanbul e desidererei andare in Cappadocia per assistere allo spettacolo delle mongolfiere all’alba sono consapevole del fatto che sono delle mete su cui si è scritto di tutto e che ormai sono alla portata di tutti.
Questa zona della Turchia conserva ancora un certo candore ed è sicuramente un itineraio diverso dal solito che può regalare l’emozione della scoperta.
Ho fatto una super scorta di albicocche 😉
Adoro visitare i mercati, sono lo specchio di un paese. Mercati colorati e profumati una vera tentazione. Mesopotamia! Solo il nome mi affascina. Come hai scritto tu evoca gli studi scolastici e sarebbe una meravigliosa destinazione da raggiungere. Turchia da visitare!
Fausto, sono sicura che un viaggiatore come te amante di destinazioni poco comuni amerebbe questa parte di Turchia. Così bella e sincera nella sua genuinità!
Affascinanti i luoghi ma anche il racconto! Sono questi i posti che più mi piacciono: autentici e poco turistici. I mercati poi! Quelli mediorientali sono favolosi: spezie, colori, profumi.
E il consiglio finale: sai che anche io mi ritrovo a fare questo tipo di considerazioni e di volerle condividere? Nel momento del bisogno avere il suggerimento di un amico o un’amica è fondamentale! 😄
Grazie mille Rosalia! Ma sai che a me piacerebbe trovare molto più spesso suggerimenti del genere? ☺️☺️
Nulla contro i luoghi turistici, alla fine sono quelli più alla portata di tutti, anche alla mia. Ma se devo scegliere tra l’ormai inflazionatissima Cappadocia con la foto delle mongolfiere sullo sfondo all’alba preferisco mille volte questi luoghi all’apparenza meno fashion (fermo restando che voglio andare anche io in Cappadocia 😆)
Cara Simo, leggerti è un piacere. Mai melensa o ripetitiva, riesci a portare il lettore nei luoghi che descrivi. Una Turchia insolita e cosi autentica. Bello scoprire un pezzo di mondo di cui non conoscevo neanche il nome…
Cara Benedetta, non potevi scrivermi cosa più bella! È quello che voglio trasmettere con i miei racconti. E chissà che non cresca in te sempre di più il desiderio di scoprire questa Turchia!
Simona ma bene! Ho appena scoperto un altro punto che ci accomuna, nemmeno io impazzisco per i frutti ma per le albicocche il registro cambia, soprattutto in versione marmellatosa 😛 Che bello quando hai la possibilità di vivere un viaggio del genere per raccontare tutta l’autenticità di un luogo, complimenti per il tuo racconto! 😉
Ho letto bene, Antioco? L’hai sentito l’eco sardo? 😉 Beh si hai ragione, fa un certo effetto il fatto di trovarsi in “Mesopotamia”, caspita ricordo che già solo a pronunciarla sta parola mi sentivo Indiana Jones! Ma che futuristici i wc Opet e le turche…lasciamo stare, diciamo che preferirei un catetere o al massimo un Sebach 😛
Buon fine settimana! :*
Grazie mille Daniela!devo dire che uno degli aspetti del mio lavoro che ho amato dal primo giorno é stato quello di portarmi a conoscere luoghi dove difficilmente sarei potuta andare. Sai che non avevo fatto caso agli echi sardi??🤦🏻♀️🤦🏻♀️🤦🏻♀️
Ma io e te abbiamo un sacco di punti in comune! Questa cosa è incredibile 😮😮
Buon weekend e grazie per aver letto!
Che bella la Turchia genuina, quella dove trovi sempre qualcuno pronto a offrirti il suo aiuto, o una tazza di the. Con i tuoi racconti, Simo, ci porti in una dimensione a noi ancora sconosciuta, una terra che, parola dopo parola, ci sta ispirando sempre di più. Come Israele del resto!
Una curiosità: se a Malatya c’è l’albicocca gigante, qui da noi a Modena si sono sbizzarriti con un grappolo d’uva immenso, nel bel mezzo di una rotatoria. Un omaggio alla “grasparossa”, utilizzata per produrre il lambrusco. Ma questa è un’altra storia…quella che invece ci racconti tu è fatta di mille colori e profumi, sapori a volte inconsueti: quanto ci piacerebbe teletrasportarci lì per colazione!! 😊
E’ fatta di luoghi meravigliosi come il Grand Canyon dell’Anatolia, in quella Mesopotamia che il solo nome fa viaggiare nel tempo. Bellissimo questo viaggio, e complimenti per come sai sempre coinvolgerci, farci sentire lì con te! 😉
😂😂😂 dai dovremmo fare un elenco delle statue assurde!potrei parlarvi dei coni gelato gigante e delle capre alle rotatorie di Kahramanmaraş (dove è nato il gelato turco) ma credo che non finiremmo più! Grazie mille ragazzi! Sono felice se un po’ alla volta sto instillando nelle vostre menti il desiderio di scoprire la Turchia!😊😊😊
Veramente una Turchia che non ti aspetti: Scozia e Scandinavia dove meno ti immagineresti di vederle!
Nemmeno io amo in particolare la frutta, ma per quella secca potrei uccidere. Per le albicocche e i mandarini cinesi poi, non ne parliamo. Il tuo racconto mi ha fatto tornare in mente che anni fa, per il mio vecchio lavoro, incontrai un coltivatore turco di albicocche, che aveva alle spalle una storia complicatissima di conflitti e fughe attraverso il paese. Le sue albicocche secche non le dimenticherò mai.
Buona domenica 🙂
Devo dire che una delle cose belle del viaggiare è il gusto della scoperta che va oltre le nostre aspettative. Sono sicura che il ricordo di quelle albicocche è reso ancora più vivo dal racconto del coltivatore turco!
Buona domenica Silvia!
Questa è la Turchia che sognamo ed ogni volta leggendo i tuoi racconti riusciamo perfettamente ad immaginarci lì mentre ammiriamo le sue meraviglie e gustiamo le sue delizie!!! poi le albicocche secche sono la frutta secca che più amiamo!!! Confermiamo anche l’effetto meraviglia della parola Mesopotamia, chissà perchè quella parte di storia non la dimentica nessuno! quanto fascino!!!
Grazie ragazzi. Sono sicura che amereste molto andare alla scoperta di questa parte della Turchia.Le vostre mete non sono mai scontate e le possibilità di fare trekking sono numerose!
E’ vero: a sentire Mesopotamia ed Eufrate la mente subito corre agli anni di scuola. E’ incredibile trovarsi in quelle zone conoscendo il loro affascinante passato.
Ma è quello che rende i viaggi belli no?
Un abbraccio ragazzi!