Viaggiare è sempre la soluzione?
Last Updated on 20 Gennaio 2021 by Simona Viaggia Come Il Vento
Viaggiare è sempre la soluzione? Andrò controcorrente rispetto al mainstream dando una risposta scomoda per chi si diletta a scrivere di viaggi.
No.
Viaggiare se non si è psicologicamente pronti, partire nel momento sbagliato, non è la risposta ai nostri problemi e può trasformare un gioioso momento in un inferno.
Dovete sapere che questo articolo è stato a lungo chiuso nel cassetto delle bozze. Avevo cominciato a lavorarci ma poi mi sono detta: <<Ehi Simona, a chi piacerebbe sentirsi dire che, no, non è vero che partire fa sempre bene?>> e così ho lasciato perdere.
A farmi riflettere era stato un articolo sul blog di Silvia – The Food Traveller sui luoghi che non le erano piaciuti e sui motivi per cui non era scattato il fatidico colpo di fulmine. Un post che mi ha portato indietro con i ricordi al mio viaggio ad Amsterdam.
Un totale fallimento.
La colpa non è stata di Amsterdam. Di questo ne sono sempre stata assolutamente consapevole. La colpa è di una di quelle variabili che concorrono ad influenzare gli esiti di un viaggio. Una variabile non da poco. Nel mio caso la mia predisposizione d’animo in quel particolare momento.
Sono un Forrest Gump in gonnella.
Quando sono particolarmente giù di morale io cammino per km senza una meta ben precisa. Una versione femminile di Forrest Gump a passo lento però e con meno km sulla gambe. Ma questa volta sapevo che non mi sarebbe bastato macinare km.
Attraversavo un periodo terribile, ero a pezzi mentalmente e ho pensato che un viaggio mi avrebbe aiutata non dico a risolvere i miei problemi ma a dimenticarli per un po’. In fondo Amsterdam aveva di tutto per farsi amare: i canali, il Rijksmuseum con i pittori fiamminghi ed il mercato dei fiori. Ero convinta che viaggiare mi avrebbe tirato su il morale.
Purtroppo mi sbagliavo e di grosso. Con il senno di poi posso dire che quel viaggio non avrei mai dovuto farlo. Nulla di quello che ho visto è riuscito a spazzare i miei pensieri, a regalarmi un sorriso.
Cosa ci faccio qui, mi sono trovata spesso a domandarmi. Mi mancava semplicemente la serenità per godermi Amsterdam.
Eppure lei era lì, con il fresco di settembre che amo, la fiumana di bici che ti aspetti di trovare nei Paesi Bassi, il Gouda ad ogni angolo, i ponti da attraversare. Ancora oggi quando guardo su Instagram le immagini di Amsterdam ci ritrovo tutta la bellezza che, sì, ha estasiato i miei occhi ma che non ha scalfito invece i pensieri che martellavano la mia testa.
La serenità è parte del viaggio?
Negli ultimi mesi, nel bel mezzo della seconda ondata della pandemia, non ho potuto fare a meno di pensare a questo articolo chiuso nel cassetto. Uno scenario diverso certo, ma la stessa sensazione, almeno per quanto mi riguarda, che viaggiare quando non si ha la serenità mentale per godersi l’esperienza che si sta vivendo non è la scelta giusta.
Il 2019 è stato un anno incredibilmente ricco di viaggi per me. Mi sono sentita libera come non mai nello scoprire il mondo. L’anno scorso invece sappiamo tutti com’è andata. Ho avuto modo di godermi un anticipo di primavera a Cagliari giusto qualche settimana prima che il mondo fosse travolto da uno tsunami chiamato covid.
Nei mesi estivi il desiderio di leggerezza e di libertà è tornato a farsi sentire. Sono partita per sentirmi di nuovo viva cercando tuttavia di rifuggire la folla. La mascherina sempre lì sul viso ed il gel pronto all’uso mi sembravano un prezzo accettabile da pagare anche se sentivo di non avere la serenità del passato.
L’illusione è durata il tempo di un temporale estivo.
I progetti di viaggio per l’autunno sono volati via eppure non ne ho sentito il peso. Se avessi avuto qualche volo prenotato ci avrei rinunciato senza esitazione. Non ho preso più nemmeno il treno. Non esco dei confini della mia città da quando la seconda ondata ha iniziato a travolgerci.
La vita scandita dai colori
Le nostre vite oggi sono scandite da colori che un tempo erano sinonimo di allegria ed energia e che ora come ora scambieremmo volentieri con un bel bianco, un colore che non è un colore.
Molti/alcuni, quanti non so, hanno deciso di non fermarsi negli ultimi mesi nonostante i numeri sempre più drammatici. Hanno fatto bene? Hanno fatto male? Ancora una volta non so. O meglio, so che non ho voglia di viaggiare a metà, rinunciando a quelle esperienze che rendono un viaggio speciale. E so che non ho voglia di partire senza serenità mentale.
Voglio vivere i viaggi con leggerezza assaporandoli fino in fondo. Non mi accontento di un take away da mangiare in camera. Desidero sedermi in un ristorante e magari finire a bere limoncello sino a tardi col proprietario come a Matera. Voglio viaggiare in treno, chiacchierare e ridere con una famiglia di sconosciuti come con i Chang sul Vienna-Budapest salutandoli con un abbraccio.
Voglio entrare in un museo, visitare una mostra se ne ho voglia.
Non voglio accontentarmi. Perché ciò che rende un viaggio emozionante non è la destinazione in sé ma tutte le esperienze che viviamo.
Più dei viaggi ora mi manca la spensieratezza nel vivere.
Per i viaggi c’è sempre tempo. Torneranno prima o poi.
Torneranno anche gli uccelli
Ti diranno come volare
Per raggiungere orizzonti
Più lontani, al di là del mare
Come dici tu, viaggiare non è la soluzione per chi non ne ha lo stato d’animo. Ma per chi ha uno stato d’animo (oppure se mi permetti la chiamerei salute mentale o stato mentale) diverso potrebbe esserlo. Non ci vedo nulla di sbagliato nel non viaggiare se non te la senti, anzi sarebbe controproducente, ma nemmeno credo sia sbagliato viaggiare con tutte le misure del caso – quarantene, vaccini, precauzioni, limitazioni ecc. -. Credo sia una situazione personale soggettiva, e non mi sento di giudicare né l’uno né l’altro purché si viaggi nel rispetto delle norme. Io ho viaggiato a breve raggio finché ho potuto. E lo farò appena allenteranno la morsa proprio perché ne ho bisogno. Come te ho avuto una grossa delusione – Vienna – anche grazie al mio stato d’animo.. Capisco perfettamente cosa si prova – ti giuro che volevo scappare da Vienna – quindi l’unica cosa ê aspettare che passi. Poi ognuno viaggerà quando se la sentirà 🙂
Con il vaccino sicuramente viaggerò con più serenità. In generale, sono sicura che vivrò con più serenità! Lo aspetto per quello 🙂
È tutto soggettivo, sì e se fatto nel rispetto delle norme, tanto di cappello per chi riesce a viaggiare.
Cara Simo, penso che non ci sia una risposta definitiva alla tua domanda, perché molto dipende dalle esperienze che si fanno in viaggio. Se tu ad Amsterdam avessi incontrato, per esempio, una persona speciale, forse quel viaggio ti avrebbe aiutato a tirarti su di morale. O forse no.
Tra viaggiare e il rimanere fermo scelgo sempre la prima soluzione, per indole e spesso per necessità fisica e mentale. Sulla spensieratezza sono d’accordo con te, ma temo che ci vorrà molto tempo prima di poter tornare alla normalità a cui eravamo abituati. Per questo credo che vada messo in preventivo il fatto di adeguarsi alla situazione, prendendo tutte le precauzioni possibili, ma tornando a viaggiare. Per me è importante come respirare.
Sì Alessandro, è sicuramente un fatto soggettivo. Non ti nascondo che ho provato questa estate ad adeguarmi alla situazione ma con il peggiorare della cose l’ansia si è impossessata di me.
Sicuramente dovrò adeguarmi alla situazione perchè nella lista delle persone da vaccinare non ho certo la priorità
Cara Simona,
Per viaggiare occorre la giusta predisposizione d’animo. Se non c’è puoi andare a Timbuctu e non accorgertene. Quindi sono d’accordo con te. Non è una soluzione, è una scelta e un dono che ti fai.
E correre come biglie impazzite come spesso accadeva è solo spostarsi, non viaggiare.
La pandemia questo forse ce lo ha ricordato.
Se ho voglia di viaggiare ora? Tantissima, ma non me la godrei. Quindi lascio il take away in camera in attesa di una cena fino a tarda notte.
Altra cosa che la pandemia mi ha ricordato: voglio scoprire i confini della terra ma voglio anche godere ciò che conosco e che amo. Ho scelto sempre il nuovo perché pensavo di perdere un’occasione, nel futuro sceglierò ciò di cui ho bisogno.
Sì, la pandemia ci ha ricordato che viaggiare non è accumulare quanti più viaggi possibili. Qualche riflessione questo incubo almeno ci ha portato a farla
Partire senza il giusto stato d’animo è solo scappare. E quindi non può funzionare!
Il viaggio ha bisogno di predisposizione d’animo, quindi secondo me….hai ragione!
Anche se sembra strano per chi ama macinare chilometri, sono d’accordo: viaggiare non è sempre la soluzione!
Hai ragione, da amante dei viaggi è la cosa più assurda da dire ma a volte è meglio restare a casa.
Hai fatto bene a tirare fuori i tuoi pensieri dalle bozze. Nemmeno io sono così romantica da pensare che il viaggio sia sempre la cura e che abbia tutti ‘sti poteri taumaturgici 😀 Anzi, ti dirò di più, io sto messa anche peggio perché parlo da sfigata… slegando per un attimo il viaggio dal discorso Covid, io sono una di quelle persone appunto sfigate che vivono il viaggio come una fuga: forse sarò patetica ma la mia è una sacrosanta fuga che inizia nel momento in cui imbocco la tangenziale per l’aeroporto. Una fuga che mi merito perché sognata, sudata e guadagnata. Certo, lo stato d’animo gioca molto, personalmente non ho mai vissuto un momento in viaggio così bruttobrutto come quello di cui ci hai parlato., però la penso come Alessandro. Amsterdam non meritava di essere raccontata in un post come questo, ma secondo me non andarci affatto sarebbe stata un’occasione persa, pur comprendendo il tuo stato d’animo. Sai quante volte sono stata tentata di non partire salvo poi rendermi conto al ritorno che avrei sbagliato enormemente? Ho viaggiato anche io durante momentacci ma sono stata fortunata, scavando da qualche parte nella mente, sono riuscita a ritrovare anche dei ricordi belli. Ma forse ripeto, è stata solo fortuna. Diverso è il discorso Covid. Stiamo vivendo un’epoca completamente nuova che purtroppo ha fatto danni IRREVERSIBILI. Non voglio essere disfattista, ma secondo me la serenità per le cose semplici (come viaggiare) non tornerà ancora per molto (e forse non tornerà affatto). Io Simona l’ho presa con molta rassegnazione: forse sarà anche quello che sta accadendo in questo momento nella mia sfera personale ma sì, mi sono rassegnata. Rassegnata all’idea di non poter viaggiare più con la spensieratezza di un tempo, a prescindere dal vaccino. Una mazzata che sto tentando di metabolizzare per prevenire le future delusioni. A marzo che è dietro l’angolo ho un volo per la Scozia (volo spostato ormai non mi ricordo più quante volte) e ancora non so cosa succederà. Cacchio però, mi piacerebbe almeno poter valutare e accarezzare l’idea di prendermi il rischio… E’ un anno esatto che non scappo più, comincio a dare testate alle pareti della mia gabbia… Viaggiare è vero, non è sempre la soluzione, ma spesso è una consolazione 🙁 Scusa lo sfogo! Ti ricordi il “rimonta in sella” subito dopo una caduta da cavallo? Ecco io appena possibile ricomincerei proprio da Amsterdam, pacchetto base take away/NO musei hahahaah. Non ora, non subito, ma un passo alla volta torneremo a riempire le bozze di “cosa vedere a”.
Un abbraccio! <3
ODDIO che pippone di commento! Scusami hahahahah! 😛
Ma non c’è nulla di male nel fuggire, non sentirti una sfigata. Io fuggirei da così tante cose se potessi!
Ahimè temo ce ne vorrà di tempo prima di riprenderci psicologicamente da questo virus. Ero più ottimista all’inizio dell’autunno, ora mi sento rassegnata come te.
Ad Amsterdam darò per certo una seconda possibilità anche perchè bella è bella 🙂
Ma che pippone e pippone Daniela! È sempre un piacere leggerti.
Un super abbraccio! :*
Per viaggiare serve la giusta predisposizione, o forse no. Non è semplice individuare con certezza quale delle due teorie sia giusta. In passato i viaggi mi sono serviti a superare anche momenti non positivi. Così come non mi è facile giudicare chi stia ancora viaggiando in questo periodo. Posso solo raccontare cosa ho fatto io dall’avvento della pandemia: solo escursioni giornaliere in autonomia. Affermare che la voglia di viaggiare non sia presente in me sarebbe solo una bugia, ma preferisco rimandare i veri viaggi quando la situazione sia migliorata. Ma rinunciare ai piccoli spostamenti, a quelle passeggiate in luoghi poco frequentati, un giro in moto o in sidecar… questo sì che mi manca da morire.
Io Fausto invece adesso ho perso la voglia di viaggiare. Ora come ora mi accontenterei delle piccole cose che non posso fare più. Un caffe al bar, una serata con gli amici.
Per te che giravi con il tuo sidecar sì immagino quanto sia difficile dovervi rinunciare.
Innanzitutto grazie per la citazione: sono felice di sapere che un mio post ha ispirato una riflessione così profonda. Sono d’accordissimo con te quando scrivi che “viaggiare quando non si ha la serenità mentale per godersi l’esperienza che si sta vivendo non è la scelta giusta”. A me quella serenità è la cosa in assoluto che manca di più in assoluto, più dei viaggi. La serenità di fermarmi a guardare una vetrina senza scattare come una molla quando nel riflesso del vetro vedo una sagoma umana che si avvicina troppo. Ho l’ansia da mesi e questa cosa mi fa stare male fisicamente, per cui in questo momento, anche se si potesse, non credo proprio che partirei perché non sarei serena e un ipotetico viaggio si trasformerebbe in un incubo. Come te, da non so quanto tempo non varco nemmeno i confini della mia città. Potrei andare ad Alba, a Fossano, a Cuneo, ma a che scopo? Per prendere un caffè al freddo davanti a un bar facendo attenzione a stare lontana da tutti?
Spero che in parte riusciremo a recuperare almeno una parte di quella spensieratezza di prima, per poter tornare a vivere in maniera “leggera” e per poter ricominciare a viaggiare senza ansie.
Buona domenica 😘
Cara Silvia, mi ritrovo nelle tue parole. Più dei viaggi mi manca la serenità nella quotidianità. Nel mio cervello quando qualcuno si avvicina troppo scatta un allarme. Qualche giorno fa un conoscente che non vedevo da mesi mi si è avvicinato per salutarmi col gomito. Ho avuto un sussulto. Dentro di me ho pensato “ma questo pazzo che vuole?”
So che non sarà facile ritornare a quella spensieratezza, alla leggerezza di vivere.
Buon inizio settimana :*
Bellissimo il tuo articolo! Ma si, per me viaggiare è la soluzione….se sono perso, solo così mi ritrovo….
Come darti torto! Viaggiare aiuta sicuramente a ritrovarsi.
Già! Come faceva un motivetto: Si, viaggiare….
🙂